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S'acqua Callenti

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Sgorga negli antri più magici e nascosti della catena montuosa detta dei Sette Fratelli la misteriosa sorgente de s’Acqua Callenti, che si traduce facilmente con Acqua Calda. Da sola regala il nome alla località, al rio e al bosco di Castiadas.

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“Il momento migliore per piantare un albero è ventanni fa. Il secondo momento migliore è adesso”.

Nella nostra vigna c’è Zibibo, Cardinale e Black Magic. Poco distante cresce un pacifico orto circondato da tante erbe aromatiche isolane: tutto per profumare i tuoi piatti e regalargli un sapore semplice e squisitamente sardo.

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In molti ritengono che il nome della sorgente “acqua callenti” sia da imputare alla temperatura dell’acqua. A toccarla si scopre subito che le cose non stanno così: le acque de s’acqua callenti sono freddissime. In realtà il nome anticamente era di “acqua callendi”, da tradursi con acqua che scende. Con il tempo il nome della sorgente si è trasformato, ma le caratteristiche dell’acqua, purissima e fredda no. 

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L’azienda agrituristica “S’Acqua Callenti” si estende per 100 ettari di terra fertile e produttiva. La fattoria ospita numerosi, piccoli e grandi maialini sardi: sono dotati della caratteristica barbetta, figli di antichi incroci con il cinghiale locale. Ci sono le galline che producono ogni giorno uova freschissime, qualche tacchino e alcuni fagiani dal piumaggio spettacolare. Impossibile fare a meno di tanti piccoli conigli, bianchi e color del miele che a vederli ti vien voglia di accarezzarli.

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Dall’Agriturismo s’Acqua Callenti partono una serie di sentieri, alla portata di tutti, che immergono nella vegetazione più schietta e sincera della Sardegna Meridionale. La primavera è una vera e propria esplosioni di colori e di profumi. La lavanda selvatica odora timida e colora spavalda di un viola intenso e brillante che gareggia in splendore con il papavero rosso, dai petali ballerini ed eleganti. Bellissimi i fiori del cisto, rosa e bianchi, e profumati di un’intensa fragranza mediterranea è la gialla ginestra selvatica. Durante la passeggiata è possibile andare alla ricerca di asparagi o bellissimi scorci da fotografare. La stagione estiva offre invece infiniti sbuffi di more mature, da assaggiare passo dopo passo o da raccogliere e portare a casa. 

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Quelle che comunemente vengono definite “le Carceri”, sono il primo edificio che si incontra inoltrandosi nel cuore silvano di Castiadas. Oggi il loro fascino decadente è innegabile: i muri sbiaditi di un arancione antico e le porte in legno antico regalano un’idea di cosa doveva essere la zona poco più di duecento anni fa, quando nel 1877, con sforzi immani, venne edificata la dimora dei detenuti. Presto divennero funzionanti ed indispensabili la falegnameria, le officine di fabbri, la carpenteria e l’infermeria.

 

 

 

 

In quello che un tempo fu chiamato Porto Sinzias e oggi Cala Sinzias sbarcarono nell’Agosto del 1875. Trenta detenuti, sette guardie carcerarie e un capitano si fecero strada in un impervio entroterra con fatica e sudore. Oggi la spiaggia è un incanto di colore e di profumi. La sabbia grossolana e morbida somiglia alla semola grossa e come quella è calda e friabile. Il litorale è tinteggiato di turchese e smeraldo e i fondali, ripidi e suggestivi un giusto incontro di sabbia e rocce marine, casa di una varietà sorprendente di pesci.  

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